La preparazione fisica e le peculiarità di impiego del personale del comparto della difesa, sicurezza, soccorso pubblico e difesa civile
Il testo nasce dall’esigenza di comunicare il grossissimo lavoro di ricerca e le esperienze sviluppate in oltre venti anni di attività trascorsi in qualità di Istruttore di Educazione Fisica presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito, mi piace chiamarla ancora così, nonostante nel tempo abbia cambiato più volte organizzazione e denominazione. Ricordo ancora che, quando venni chiamato a tenere le prime lezioni di Teoria dell’Educazione Fisica ai sottotenenti del 170° corso “Audacia”, mi inoltrai nell’e- nunciazione della programmazione di alcune sedute preparatorie per l’attività sul Campo di Addestramento Ginnico Sportivo Militare, pensando in questo modo di soddisfare i bisogni di formazione per l’allenamento a carattere speciale degli Ufficiali. Non nascondo che qualche piccola emozione la provo, quando leggo che alcuni di quei giovani, diventati generali di brigata, hanno appena terminato il pe- riodo di comando in alcune delle grandi unità del nostro esercito, tra tutte le brigate
“Ariete”, “Julia” e “Folgore”.
Nel corso degli anni trascorsi alla Scuola di Applicazione, per le necessità derivanti dalle lezioni teoriche, è stato raccolto tantissimo materiale (testi, ricerche, video, ecc.) e nei contenuti del corso di Teoria dell’Educazione Fisica per gli ufficiali frequentatori è stato inserito un modulo dedicato all’allenamento in ambito militare, grazie anche alla disponibilità dell’allora direttore del dipartimento di educazione fisica ten. col. XXXXXX.
Il focus è rappresentato dalle esercitazioni a carattere generale-speciale e da un approccio orientato al modello della prestazione, senza sconfinare nelle attività tecnico-operative che si ritiene di competenza del militare. Il lettore non troverà indicazioni su come si guada un fiume con l’equipaggiamento individuale, su come si effettua una pattuglia o su come si trasporta un pericolante, ma una serie di spunti per affrontare la preparazione fisica del personale partendo dalle evidenze scientifiche.
Dall’esempio dell’Esercito i contenuti possono essere trasferibili a tutto il comparto della difesa e sicurezza (Polizia di Stato, alla Polizia Penitenziaria, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alle Forze Armate), al Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile a oltre 500.000 unità il personale coinvolto; se poi pensiamo alle Polizie Locali, al Soccorso Alpino, al personale del 118, alla Protezione Civile, alle Guardie Particolari Giurate per finire al Corpo Militare della CRI e Corpo Militare E.I.-S.M.O.M. arriviamo vicino al milione di soggetti interessati.
Con dei distinguo, perché, se tutti possono essere interessati alla movimentazione dei carichi o a lunghi periodi trascorsi in stazione eretta con sovraccarichi, per fare alcuni esempi, la preparazione fisica necessaria per la lotta ravvicinata è peculiarità di alcuni reparti delle forze armate e dei corpi di Polizia.
In Italia la letteratura è piuttosto scarna, con l’eccezione rappresentata dai Vigili del Fuoco, che, come vedremo più avanti, forse perché reclutano diplomati ISEF e laureati in Scienze Motorie (ai quali concedono l’accesso ai ruoli direttivi/dirigen- ziali), hanno una particolare sensibilità.
A titolo di esempio, tutta la struttura dirigenziale e direttiva dell’Area Formazione Motoria Professionale e dell’Ufficio per le attività sportive del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è previsto che abbia svolto un percorso accademico nell’ambito dell’Educazione Fisica o delle Scienze Motorie.
A titolo di curiosità, il Centro Ginnico Sportivo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dal momento della sua costituzione, nel 1942, venne diretto dall’ispettore ginnico sportivo prof. Enrico Massocco, diplomato in Educazione Fisica alla Farnesina. Pensiamo possa essere interessante citare un estratto dal D.M. 7 marzo 2002. Compiti attribuiti all’Area: «L’Area Formazione Motoria Professionale cura ricerca, studio e applicazione dei percorsi formativi in ambito motorio finalizzati alle attività operative; elabora la pianificazione e la programmazione delle attività ginniche e natatorie, proponendo al Direttore Centrale gli obiettivi e le risorse da assegnare ai dirigenti responsabili dei centri di addestramento ginnico e natatorio, avvalendosi dei docenti e istruttori iscritti nell’albo dei formatori; cura le modalità di valutazione fisica e funzionale del personale operativo; cura la gestione degli immobili, degli impianti e dei beni mobili del Centro Ginnico Sportivo di Roma Capannelle; cura la partecipazione di rappresentanze del CNVVF a manifestazioni, anche di livello internazionale, del settore.»
Se ci spostiamo oltre oceano osserviamo come il dipartimento di Educazione Fisica della famosissima West Point, accademia che forma gli ufficiali di U.S. Army, per sovrintendere all’addestramento ginnico-sportivo dei 4000 cadetti si avvale di 43 unità suddivise tra militari e civili con professionalità di primo livello e che oltre a seguire l’addestramento dei cadetti svolgono anche una intensissima attività di ricerca: si rimanda al collegamento la produzione scientifica del dipartimento. Sempre negli Stati Uniti è attivo il Borden Institute, centro di eccellenza per la ricerca e la formazione medica militare. L’American College of Sports Medicine ha una pagina Twitter dedicata ai “Tactical Athletes” e sempre su Twitter troviamo due profili del Regno Unito su tematiche relative alla fisiologia dell’esercizio e alla prestazione fisica del personale in uniforme.
In Italia, dove in passato vi sono stati parecchi segnali di interesse rispetto al mondo militare, solo negli ultimi anni è stato aperto un filone di ricerca con indagini sui reparti di élite delle nostre forze armate, le frecce tricolori della Pattuglia Acrobatica Nazionale e, grazie all’Università di Verona, con il 4° Rgt. Alpini Paracadutisti, i Ranger (Colosio et al. 2016, 2018), nelle quali si pone attenzione allo studio del modello della prestazione.
A testimoniare invece la necessità di diffondere la cultura della ricerca in ambito forze armate troviamo la distribuzione geografica dei 750 abstract sottomessi al 4th e al 5th International Congress on Soldiers’ Physical Performance (ICSPP) in programma nel 2017 in Australia e nel 2020 e in Canada, dove non appare alcuna produzione scientifica italiana e da cui emerge, a conferma di quanto accade nella letteratura a carattere divulgativo che le nazioni leader sono Stati Uniti, Canada, Australia e Brasile. Questo era il punto di partenza quando il progetto riguardava principalmente l’Esercito, ma con l’ampliamento al comparto l’impiego si estende all’ordine pubblico, alla movimentazione dei carichi o alle situazioni in stazione eretta con sovraccarichi mantenute a lungo nel tempo, per fare alcuni esempi.
